Avvezzo a superare barriere apparentemente invalicabili, il tenore toscano estende il repertorio (non disdegnando di frequentare parallelamente, con giusta parsimonia, anche il cross-over melodico). Bocelli è Werther, sul mercato discografico nella primavera 2005. L’anno successivo affronta due pietre miliari del verismo, Pagliacci di Leoncavallo e Cavalleria Rusticana di Mascagni, entrambe dirette dal M° Mercurio. Tra le fatiche ulteriori, un turgido Andrea Chénier di Giordano, e finalmente la più scabrosa e trascinante storia d’amore di tutti i tempi, Carmen di Bizet, nella direzione del M.° Chung. Per i suoi concerti classici, Bocelli espugna le roccaforti più blasonate, quali la Wiener Staatsoper. Nel 2008, mentre spopola il suo nuovo album Incanto, Andrea è all’Opera di Roma con Carmen, poi a Padova con la Messa di Gloria di Puccini, poi negli USA con la Petite Messe Solennelle diretta da Placido Domingo. Sul palcoscenico della Deutsche Oper di Berlino è Turiddu in Cavalleria Rusticana, per poi volare in Sud America, dove – a San Paolo del Brasile – raduna per una sua performance oltre 110 mila spettatori.